Il cantante come “imprenditore”

Il cantante come "imprenditore"

“Il cantante come “imprenditore””

Il cantante come “imprenditore”

 
 
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Ciao, siamo Daniele Iudicone e Lorenzo Sebastiani, e ti diamo il benvenuto in questo nuovo articolo di Music Caffeina, nel quale parleremo del “cantante come imprenditore”.

Questa è la tematica che vogliamo affrontare dal momento che, a partire dagli articoli precedenti (se è la prima volta che ne leggi uno), stiamo dispensando grandi pillole per tutti quanti gli attuali e futuri addetti ai lavori, in modo tale da farti capire se questa è la strada giusta per te oppure no.

Il primo punto su cui ci siamo soffermati è il cambio di un paradigma; dal concetto di mentalità, abbiamo poi parlato di:

  • Cantante come imprenditore”;
  • Cantante come professionista”.

Le due figure sono in larga parte simili.

Tuttavia, tra le due denominazioni, è preferibile parlare di “professionista”, poiché, nell’immaginario comune, l’imprenditore richiama alla necessità di grandi somme di denaro e a numerosi rischi; mentre il libero professionista mette più che altro in gioco il proprio tempo e le proprie capacità.

Durante gli ultimi anni abbiamo avuto a che fare con centinaia di artisti che, arrivati con una determinata visione, hanno cambiato il proprio paradigma grazie al nostro contributo.

La cosa importante non è tanto vederti come artista-imprenditore, ma piuttosto considerare il tuo un bisogno di far musica.

Infatti, si inizia dalla scrittura di una canzone o dal cantare e non dall’ottica di voler diventare famoso per far esclamare alla tipa che ti piace: “Sei su YouTube!”.

Sono molte le strade che puoi intraprendere.

Partendo da qualcosa che vuoi comunicare, che sia scrivere canzoni o suonare come musicista, intraprendi un percorso naturale.

È questo primo step che ti porterà poi alla conoscenza di altre persone.

In questo senso la musica è un po’ cambiata!

Infatti, se prima c’era la casa discografica che ti aiutava, fornendoti un contratto e facendoti seguire da veri professionisti del mestiere (consulenti, produttori in vari studi di registrazione che investivano su di te), oggi non è più così.

Devi in qualche modo aiutarti da solo: l’idea è comunque quella di diventare un soggetto attivo.

Chiaramente, però, il tuo percorso sarà leggermente differente da quello che intraprende un aspirante avvocato.

Questo infatti ha un suo iter ben preciso:

  • Studia all’università;
  • Fa il praticantato;
  • Poi apre il suo studio o si associa a uno di quelli già esistenti per iniziare a vendere i suoi servizi.

È un ordine che spesso invece nella musica manca.

Se canti ma non hai come scopo finale quello di insegnare canto, bensì produrre la tua musica, poiché senti dentro la tua anima questa forza di scrivere ed esprimere qualcosa perché ti fa bene… Ti chiederai:

“Qual è l’ordine – se c’è – che bisogna seguire per fare un progetto dal punto di vista professionale?”.

Dipende.

In linea di massima, per farti conoscere, devi avere qualcosa da far ascoltare.

Come prima cosa, dunque, è necessario avere dei brani.

È però importante fare una distinzione:

Se vuoi presentarti come una “band”, la prima fase è chiaramente quella di metterne in piedi una e fare delle prove buttando giù delle idee. Successivamente, occorrerà andare a suonare nei locali per farvi conoscere.

Questo presuppone che tu e la tua band abbiate già qualcosa da far sentire, come un album o un EP: è importante, infatti, registrare BENE ciò che fai, senza la necessità di una maxi-produzione, ma andando in un buono studio e facendo il massimo per rendere coerente il prodotto che verrà poi presentato nei live.

Capita molto spesso che gli artisti arrivino a far sentire un buon disco, risultino molto bravi, ma poi dal vivo suonino tutta un’altra musica!

Il problema quindi è anche riuscire a creare qualcosa di coerente.

Se vado a sentire live un artista che mi piace, mi aspetto di ascoltarlo su Spotify nella stessa misura in cui l’ho ascoltato dal vivo.

Mi raccomando quindi: non presentare qualcosa di troppo distante dal disco!

Molti lo danno per scontato ma ti assicuro che è fondamentale.

Perché ti puoi far conoscere solo con le canzoni o, a volte, con i testi.

Ricorda che chi ti vede per la prima volta non ha idea di come sarà il tuo suono in generale; si è, in questo senso, dei soggetti passivi.

Diventando un soggetto attivo non ti scriverai soltanto la canzone suonando la chitarra, ma dovrai aiutarti con un computer, creando un tuo sound, le strofe o il ritornello (così hai modo di vedere come funzionano le cose).

Successivamente, finito il progetto nello studio di registrazione, dovrai cercare dei locali per cominciare a esibirti dal vivo.

Tutti sappiamo benissimo che è molto difficile trovare dei locali che ti prendano: è un vero casino perché c’è scarsa mentalità “live”, questo è poco ma sicuro.

È come se il gestore del locale demandasse la capacità di portare gente nel suo locale all’artista, eppure, magari, è un ristorante che fa un live all’anno!

Ma le cover, invece?

Capita che quando vai a chiedere di esibirti in un locale, il proprietario richieda le cover.

Questo, però, si sta superando: ci sono tipologie di locali che vogliono le cover e tipologie che invece preferiscono che tu esprima la tua musica personale.

Lorenzo, ad esempio, viene da un paesino, Santarcangelo di Romagna, aperti due nuovi locali dove non vogliono le cover!

Anche nella zona di Ravenna e di Bologna ci si sta muovendo verso questa direzione.

Non sto dicendo che sia una figata pazzesca, anzi: ci sono molte difficoltà, però è fattibile e c’è gente che lo fa.

Esistono molte realtà di questo tipo, così come molti cantautori.

Ma se sei nuovo nel settore e ti dovessi trovare in una città in cui tutti vogliono soltanto le cover band, cosa devi fare? Dove puoi trovare informazioni?

Devi sapere che ci sono percentuali di locali differenti e questo è un tema molto importante che vorrei approfondire prossimamente.

Crea una tua lista di locali e recati di persona dai proprietari: è davvero importantissimo.

Per esempio, per suscitare interesse, potresti regalare un tuo CD e cercare di fare marketing proprio in questo senso.

Manda delle e-mail e, anche se su dieci locali ti ricontatta solo uno, vorrà dire che se ne contatti cento avrai trovato dieci date.

A questo punto è fondamentale che ti giochi bene le date che hai: è inutile avere venti date all’anno e quello successivo non averne nessuna perché non sei piaciuto o non hai dato il massimo.

Un suggerimento che posso darti è:

Vai a vedere altri gruppi per cercare di capire come suonano e magari, proprio lì, trova e conosci persone.

Da solo dovrai infatti trovare il tuo network di relazioni tra le persone di quell’ambiente.

Non si sa mai: se ti rechi in un locale dove suona una band, potresti conoscere uno dei componenti e ricevere informazioni o consigli che ti saranno d’aiuto.

Devi darti da fare e proprio per questa ragione dedicheremo degli articoli riguardo all’importanza di recarti nei locali e ai live di altre band per trarne vantaggio.

Ma è necessario, oggi, il cd fisico?

Questo strumento può essere utilizzato come regalo o una forma di biglietto da visita (in vista di un live).

Parlando di imprenditorialità, quando vendi un prodotto, è molto utilizzato lo strumento del front-end, ovvero quella cosa che rappresenta una parte del tuo prodotto.

In questo caso, se il tuo intento è monetizzare facendo i live, il CD rappresenta il tuo front-end, magari anche da regalare a chi ti accoglie.

Regalare un buon prodotto non potrà che esserti utile.

Oltre a regalarlo ai proprietari dei locali puoi anche decidere di vendere i CD ai tuoi concerti! Una persona che si reca al tuo live, anche se non ti ascolterà in futuro, potrà comprare il tuo CD come forma di riconoscimento e di apprezzamento.

Tutto questo streaming, poi, ha portato la voglia di avere qualcosa di fisico, che si contrapponga (come il vinile o il CD, per l’appunto).

È vero, siamo nel mondo del liquido, ma la cosa più bella, per chiunque, è tenere in mano qualcosa di solido.

Avere qualcosa di materiale dà a quell’oggetto un valore superiore. Quando eravamo ragazzini, a 13 o 14 anni, il regalo che più si desiderava ricevere era il CD o la musicassetta.

Era un’emozione fantastica!

Le generazioni di adesso non conoscono queste cose!

Però, naturalmente, a tutti gli interlocutori (che siano i padroni dei locali o le persone che vengono ad ascoltarti ai live) fa piacere ricevere il tuo disco, essendo spesso di un’altra generazione: i padroni del locale di certo non avranno 15 anni!

Comunque sia, ricorda:

Avere un qualcosa di fisico in mano fa acquisire un valore aggiuntivo al prodotto.

Per oggi questo può bastare: ti abbiamo riempito di informazioni, e torneremo presto per darti ancora tanti altri consigli!

Alla prossima, ciao!