La produzione musicale

“La produzione musicale”

La produzione musicale

 
 
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Ciao, benvenuto a questo nuovo video di Music Caffeina.

Siamo Daniele Iudicone e Lorenzo Sebastiani, e oggi ti parleremo di produzione musicale, un argomento gigantesco e importante, che vede Lorenzo in cattedra.

È importante capire, per chi è utente e consumatore del servizio musicale, che quando si inizia a voler portare il proprio progetto a un livello superiore si passa obbligatoriamente dall’arrangiamento e dalla produzione musicale, che va di pari passo.

Di base ci sono alcune regole da parte dell’artista sulla scelta del giusto produttore, che devono seguire alcuni concetti tra cui il feeling.

Vediamo quindi qual è l’esperienza di Lorenzo come produttore musicale, che spazia dagli anni Novanta in poi, con nomi importanti e artisti esordienti.

L’esperienza di Lorenzo Sebastiani

Un produttore musicale è, innanzitutto, a sua volta un artista, quindi ha una componente tecnica che riguarda il sapere le cose e la conoscenza della materia musicale a cui si aggiunge una componente creativa.

Mettere insieme due artisti, quindi, non è per niente semplice.

Il rapporto tra artista e produttore è, di conseguenza, molto particolare. Da una parte è molto intenso, perché hai a che fare con l’arte, con la creatività, e quindi a volte si può litigare.

Non è semplice: sono pur sempre due componenti artistiche che devono incontrarsi e andare d’accordo musicalmente.

Ci vuole prima di tutto una stima musicale e artistica, non fatta solo di note, ma anche di come si sentono le cose, di come ci si interfacci musicalmente al proprio mondo.

Io nella mia attività cerco di selezionare, perché non è una vendita di bulloni: è un lavoro che faccio e che mi deve ispirare.

La parte della produzione è da una parte musica, dall’altra si tratta di trovare delle idee che possano valorizzare la tua canzone, migliorarla per portarla a un buon target.

Ti consiglio quindi innanzitutto di ascoltare: se inizi oggi, hai un’idea che è un’assimilazione di ciò che ti piace, ma non hai uno storico. Per cui non puoi dire di rendere meglio in un modo piuttosto che in un altro.

Perciò, se vai da un produttore che fa quel mestiere, prima di imporre la tua idea, cerca di ascoltare ciò che ti viene suggerito.

D’altra parte, è importante avere una propria identità artistica.

Se arrivi da un produttore avendo solo scritto una canzoncina, un testo, non hai veramente una visione di quello che può essere la tua musica, la tua arte.

In quel caso, dunque, ti potrà andar bene una chitarra, un basso o un synth: è uguale, l’importante è che si senta il tuo testo e che la voce venga rappresentata in maniera ottimale.

Invece no!

Avere un’idea a priori di ciò che è il tuo stile è importante, ovviamente nei limiti di ciò che poi si deve integrare con il confronto col produttore.

Prodursi autonomamente?

Tanti artisti oggi pensano di prodursi da soli, col computer, grazie all’abbassamento di quella che è la soglia tecnologica.

Lorenzo ha tenuto anche un corso a riguardo, sul suo sito.

Dunque, quanta valenza ha questa concezione della produzione musicale fatta da sola in un progetto che non deve rimanere fermo, ma che vuole essere a lunga scadenza per l’artista?

Meglio farla in coppia, tu e un altro artista con cui coesisti, oppure ha senso farlo da soli?

 

La risposta è che gli artisti che riescono a prodursi da soli non esistono.

Sono pochissimi e sono dei geni.

Chi riesce è difficile che produca da solo qualcosa di davvero interessante.

Hai sempre bisogno di una mano, di una spalla artistica.

Ma non solo dal punto di vista musicale, anche solo come consiglio.

Perché se scrivi canzoni, per te sono tutte belle.

Come dicono a Napoli, d’altronde: “Ogni scarrafone è bello a mamma sua!”.

Devi riuscire a capire dove sei, cosa fai.

Può essere più o meno giusto, ti possono far notare che in un certo punto magari stai annoiando, o trovare un modo migliore per esprimere una cosa.

Ti cambia molto, perché è un confronto su un tema strettamente personale che tu non riesci a guardare oggettivamente, essendo dentro di te.

Hai bisogno di questo.

È come il pugile che ha bisogno del suo coach, o qualsiasi altro sport che necessita del suo allenatore.

Hai bisogno di qualcuno che tiri fuori ciò che sei, a volte anche bastonandoti o dandoti molto lavoro da fare!

Da fuori infatti è molto più semplice vedere tutto oggettivamente.

Tu già fai moltissima fatica a cercare di migliorare quelli che sono i tuoi limiti, non hai modo di vedere come un altro riesce ad ascoltarti.

Anche per quelle che sono le nostre esperienze personali e di molti altri artisti, si può dire che spesso si arriva a un punto in cui è necessario un produttore musicale, in cui non c’è nessun tipo di dubbio a riguardo.

È tutto un altro mondo. Magari la canzone che fai in quel momento ha una valenza e può portare a un’emozione, a un risultato; fatta con un produttore con cui hai un buon feeling ne ottiene totalmente un altro.

 

Non sei oggettivo quando fai le cose.

È molto raro.

Anche quando hai un’esperienza importante alle spalle, con tanti dischi, è veramente complicato.

Non ce la fai, arrivi fino a un certo punto.

Anche perché non puoi essere bravo a fare tutto.

Magari sei bravo a scrivere, a cantare, e pure ad arrangiare. Ma magari non riesci a mixare bene come può farlo un altro.

Anche solo a livello di attrezzature; puoi avere le tue cose, ma quando vai in uno studio vero e proprio tutto acquista un valore totalmente diverso.

Anche l’approccio che hai avendo delle macchine diverse cambia.

Inoltre, non sottovalutare il fatto che quando fai esperienze diverse di questo tipo ti arricchisci, perché ti stai aprendo al mondo.

Quando ti chiudi, invece, non ti stai arricchendo, sei nella tua cameretta e fai tutto da solo.

È importante, inoltre, che ti confronti con i professionisti che fanno di tutto ciò un vero e proprio lavoro.

Oggi viviamo di generi diversi. Qual è la differenza tra uno e l’altro?

Nella creazione e nella gestione.

Se consideri una canzone rap o un brano di Bocelli, hanno due sviluppi completamente diversi.

Da una parte quello di Bocelli pensi sia scritto al pianoforte, con la voce e pensando a una certa atmosfera, dall’altra invece si parte con un beat e con una serie di rime che vengono in mente.

Sono due mondi in cui anche gli strumenti hanno due valenze diverse, pensa come può essere differente la batteria per la ritmica!

È ovvio che il produttore che si ritrova a fare Bocelli ha un’attitudine più classica.

Anche se non è detto, perché potrebbe aver fatto anche del rock.

 

Esistono produttori e produttori. È importante che uno riesca anche a capire quale scegliere.

Devi avere un buon feeling con il produttore. È sempre un gioco di squadra e non una vendita di bulloni.

Come dicevamo anche negli altri articoli, il processo è una ricerca di “simili”.

Stai cercando di trovare delle persone che ti aiutino a creare un tuo mondo.

 

Quindi la ricerca dei simili vale anche per i collaboratori, per chi progetta e produce con te la musica.

Lorenzo ha conosciuto molti artisti, anche molto famosi, e ti può assicurare che la maggior parte di questi hanno lo stesso team da quando hanno iniziato.

Hanno cambiato pochissime persone.

Perché alla fine non è facile trovare le persone che ragionano, sentono, e vedono le cose come te.

Non in simbiosi, non ti devono dar ragione: gli yes men non servono a niente.

Però devono essere sulla tua stessa lunghezza d’onda.

E questo non è affatto scontato.

Il consiglio di oggi

Possiamo quindi solo darti ancora una volta un consiglio fondamentale per la tua carriera:

Investi tempo nella creazione della tua squadra e nel rapporto con il produttore. Non sottovalutare questo aspetto.

Ovviamente un conto è che tu voglia suonare tanto per, facendo qualche comparsata nei locali cittadini, ma è tutt’altra cosa se tu vuoi intraprendere un progetto che ti permetta di fare della musica la tua professione.

In quel caso hai bisogno di investire tempo per trovare e creare il giusto team.

 

Alla prossima!