L’importanza di un buon arrangiamento musicale

L’importanza di un buon arrangiamento musicale

“L’importanza di un buon arrangiamento musicale”

L’importanza di un buon arrangiamento musicale

 
 
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Ciao, benvenuto a questo nuovo articolo di Music Caffeina.

Siamo Daniele Iudicone e Lorenzo Sebastiani e oggi proseguiremo il discorso dell’articolo precedente, perché parleremo dell’importanza di avere un buon arrangiamento.

Abbiamo parlato della valorizzazione del progetto musicale, quindi è importante comprendere ora, dopo aver capito la differenza tra arrangiamento e produzione:

Quanto è importante l’arrangiamento oggi?

Soprattutto capire qual è la differenza con il mondo musicale di ieri, per comprendere quanto effettivamente sia importante avere un brano con un arrangiamento che si distingua dal punto di vista qualitativo.

È davvero essenziale.

Prima però devi capire che cos’è un “buon arrangiamento”.

Un arrangiamento è buono quando riesce ad esaltare il brano e l’artista, dandogli un’identità.

È una parte della produzione, la parte musicale di essa. Potrai avere un buon arrangiamento ma una scarsissima produzione per com’è suonato, registrato o mixato.

La parte della produzione più tecnica è quella relativa al suono.

La parte musicale (ciò che fanno chitarra e basso in quel determinato punto, quale parte stai cantando e quali note, con quale intervallo) è invece l’arrangiamento.

Come Lorenzo spiega anche nel suo sito, l’arrangiamento ha tre valori fondamentali:

  • La stesura;
  • La tonalità;
  • La velocità.

Se prendi lo stesso brano e lo suoni a un’altra velocità, hai una resa totalmente diversa.

La stessa cosa capita se canti in un’altra tonalità, che magari ti è scomoda sia come voci sia come strumenti.

Ma anche la stesura può far diventare “noioso” il brano.

L’arrangiamento, quindi, ha bisogno di tutte queste piccole accortezze.

Prima di andare a lavorare nello specifico sul discorso musicale di batteria, basso e dei vari strumenti, è però importante ragionare bene su questi tre fattori: stesura, tonalità, velocità.

Dovete diventare dei maniaci di queste tre cose!

Finché il brano non suona bene in queste tre componenti, non potrai mettere nemmeno una nota di ciò che serve dopo.

Già il brano con solo chitarra/pianoforte e voce deve suonare bene.

Ma come funziona?

Tu magari hai iniziato, hai le tue canzoni pronte, come puoi migliorarle anche di dieci volte?

Devi scegliere un arrangiatore?

Un po’ è importante che vada avanti anche tu. Sia che tu abbia materiale da costruire, carta bianca, o che ci sia già una tua identità formata.

Ma puoi avere un’identità anche nella scrittura, che magari ti porta in automatico a quella che è la tua natura.

Molte volte non è nemmeno questione di tematiche affrontate: spesso anche le modalità di canto possono ispirare particolarmente un arrangiatore.

Poi ci sono diverse tecniche, perché il mondo della produzione e dell’arrangiamento è cambiato molto.

Una volta funzionava così: scrivevi pianoforte e voce, e l’arrangiatore, che aveva un serbatoio di suoni dell’orchestra classica, scriveva per gli altri strumenti.

Oggi gli strumenti elettronici ci hanno portato a una realizzazione dell’arrangiamento al contrario.

Ad esempio, nella trap o nel rap, si crea prima l’arrangiamento e poi la struttura.

Molto spesso si parte da una base – ciò che è considerato il beat – o da un mondo musicale che ti può ispirare, ma le due cose possono anche nascere insieme.

Tuttavia, non c’è uno schema preciso. Non si parte dalla musica per finire al suono. Si parte prima dal suono, e poi si arriva al testo.

Quindi: crea il tuo brano nel modo più accurato possibile, poi non proseguire finché un arrangiatore di un certo livello non possa metterci le mani sopra, indicandoti e indirizzandoti, con una consulenza.

Come scegliere l’arrangiatore?

Non farti prendere in giro da quelle che possono essere scelte di vanità.

Non scegliere l’arrangiatore perché ha curato le canzoni di un qualche artista famoso che ti piace.

Devi sentire un feeling di base.

Non è tanto l’approccio musicale che ti cambia, ma quello delle scelte che puoi fare in tanti altri aspetti.

L’arrangiamento è anche un modo per conoscersi.

Noi due siamo diventati amici lavorando insieme.

Sentendo un feeling, abbiamo iniziato a proseguire nei nostri progetti.

Tutto questo è nato perché Daniele cercava un arrangiatore.

Cerca quindi di capire anche fra le righe, quando scegli l’arrangiatore:

  • Chi è?
  • Cosa vuole da te?
  • È interessato solo ai soldi?

In questo contesto subentra nuovamente il concetto di squadra di cui ti abbiamo già parlato in altri articoli.

La musica è sempre e comunque un gioco di squadra.

Non esiste il “one man show”, non c’è nessun artista che può farlo. Anche i Beatles collaboravano con George Martin!

Perciò fidati: serve l’arrangiatore, come tutte le altre figure di cui ti stiamo piano piano parlando.

È un ruolo fondamentale.

Il feeling che puoi creare con un arrangiatore è davvero importante: da una parte potrai migliorarti il più possibile, dall’altra il tuo arrangiamento sarà coerente con la scrittura.

Deve esaltare e non snaturare ciò che sei.

Spesso molti artisti hanno paura di snaturare ciò che hanno in testa.

Magari hanno una sensazione di ciò che deve comunicare il suono, anche se non sanno dirlo esplicitamente con “Lì serve questo giro di basso, questo riff di batteria”.

In questi casi devi sentirti in sintonia con l’arrangiatore, sentire l’empatia con l’altro.

Un approccio come: “Vado dall’arrangiatore super figo che ha fatto il disco di Cristiano Ronaldo” non è detto che sia produttivo.

Chi ti dice che ti tratterà come ha trattato Cristiano Ronaldo?

Ricordati poi anche che con lo streamingSpotify, come tutte le altre piattaforme di questo tipo – se sei in una playlist in cui prima di te c’è Justin Timberlake, è necessario che il tuo prodotto suoni in un certo modo!

Sei in riferimento con altri artisti che sono molto più avanti di te, su un livello diverso.

Per l’ascoltatore, però, in quel momento è uguale!

Non farà la differenza tra la canzone prima e quella dopo.

Se sei in un locale e stai parlando con un’altra persona – con in sottofondo una playlist – sentendo che passa un brano di un artista famoso e poi quello di uno meno famoso, comunque li percepirai su uno stesso piano.

Devi fare in modo che il campionato in cui giocate sia lo stesso!

Ciò vale anche per le radio, dove sei in mezzo ad altri artisti e devi perciò reggere un certo standard.

 

Grazie per aver seguito con noi questa bella lezione sull’arrangiamento!

Ci vediamo al prossimo articolo, ciao!