Il ruolo di Youtube nella carriera di un cantante

Il ruolo di Youtube nella carriera di un cantante

“Il ruolo di Youtube nella carriera di un cantante”

Il ruolo di Youtube nella carriera di un cantante

 
 
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Ciao, benvenuto in questo nuovo articolo di Music Caffeina.

Siamo Daniele Iudicone e Lorenzo Sebastiani e oggi ti parleremo di altri media per farti conoscere e arrivare al tuo pubblico.

Nello specifico, ci dedicheremo all’utilizzo di YouTube per un artista.

Entriamo subito nel vivo: di cose da dire ce ne sarebbero tantissime, quindi cercheremo di sintetizzare al massimo.

YouTube ha un ruolo fondamentale: è un media che, fin dal 2010, ha preso sempre più l’attenzione del grande pubblico, anche nella musica.

Già ai tempi della vecchia MTV, infatti, c’era l’esigenza di tradurre in video la musica.

YouTube ha da un lato demolito alcuni parametri della discografia, dall’altro democratizzato la possibilità di ognuno di farsi conoscere attraverso un buon videoclip, seguendo con attenzione alcuni passaggi.

La nostra esperienza

Ti raccontiamo anche la nostra esperienza: all’inizio del progetto con gli Humana abbiamo fatto “Rock’N’Roll Robot”, una cover rivisitata in chiave rock elettronica di Camerini.

Ci è piaciuta talmente tanto in studio, che decidemmo di rappresentarla poi in stile cartone animato, rappresentando un po’ il mondo degli Humana – quindi con l’aiuto di un amico esperto di animazione.

Con una promozione davvero bassissima, il video ha ricevuto quasi 300.000 visualizzazioni nel giro di sette o otto giorni. All’epoca, nel 2011, era una cosa mostruosa.

Con quel biglietto da visita ci siamo poi mossi cercando le case discografiche, contattando personalmente le radio e riuscendo a venire trasmessi da alcune di loro, portando poi a casa un contratto di licenza con una casa discografica per il primo album.

Alla fine però non è andata come volevamo, a causa di quelle trappole discografiche di cui ti abbiamo già parlato, ma il brano ha fatto il suo successo e ha realizzato ciò che cercavamo.

Il grande “contro” di YouTube

Come tutto, però, YouTube ha alcuni pro e alcuni contro.

Il primo contro è che ha demolito in maniera pesante la discografia.

Da quando c’è YouTube, infatti, c’è il concetto della musica gratis.

Se una volta si pensava di sostenere la musica con l’acquisto del CD, ora non più.

Si era cominciato in realtà prima, con i download illegali su Napster… La pirateria c’è sempre stata.

Era un fenomeno normale doppiare le cassette, i CD… C’era anche eMule!

Ma si parla di percentuali totalmente diverse: con YouTube c’è stato un vero e proprio cambio di sistema.

Lì è stata cambiata la mentalità dell’ascoltatore, rendendo legittimo l’ascolto gratuito. Non che sia sbagliato: se la canzone è disponibile in quel modo, non è responsabilità dell’ascoltatore.

D’altronde, se domani decidessero di regalare dei maglioni in qualche posto, non credo rifiuteresti.

Se è legale, lo puoi fare.

E in tal senso la piattaforma ha giocato molto sullo scaricare la responsabilità legale su chi caricava il video.

YouTube non è un soggetto che ha responsabilità.

Il responsabile è l’utente privato che mette il video dell’artista, rendendolo disponibile a tutti.

Quindi, mentre prima pagavi per ascoltare un brano, oggi vai a sentirlo gratuitamente.

Dagli anni 2000 in poi è così.

Per non parlare del cambio radicale che si generò con l’uscita dei converter! Fu un altro colpo allucinante per la discografia.

Non serviva nemmeno più che guardassi il video in streaming, lo copiavi e lo trasformavi in mp3: la botta definitiva.

Ascoltare la musica su YouTube voleva dire tenere lo schermo acceso, e questo scaricava la batteria; con il converter lo mettevi nell’mp3 e finiva lì.

Da questo punto di vista, la discografia ha avuto la sua colpa.

Guarda infatti com’è diverso per la tv: su YouTube non trovi una puntata integrale di Uomini e Donne, o un film. E, se li trovi, dopo pochissimo tempo vengono tolti.

La musica ha visto in YouTube la possibilità di farsi conoscere, ma non ha capito che il sistema la stava demolendo dall’interno.

YouTube massimizzava i profitti con le pubblicità, e aveva un sacco di introiti su contenuti che non gli appartenevano.

La discografia creava dei prodotti che pagava e YouTube ne usufruiva gratuitamente, facendosi bello con quei contenuti. Un po’ come le radio, con la differenza che queste pagano la SIAE, etc.

Poi verso il 2009/2010 è stato fatto un accordo con le società di collecting, come la SIAE e le case discografiche, dove però la piattaforma online se l’è cavata con poco.

Ancora oggi c’è una causa europea chiamata value gap dove stanno valutando il fatto che questa dovrebbe dare più soldi.

YouTube, come puoi ben capire, ha quindi cambiato il modo di usufruire della musica. L’ha resa accessibile a tutti, e ha dato la possibilità a tanti piccoli artisti – nella musica liquida ancora di più – di crearsi il proprio progetto musicale e una fetta di mercato tramite la propria forma espressiva.

Tu puoi fare un video e metterlo su YouTube, come chiunque altro. Sei sicuramente al corrente di tutte quelle persone diventate famose proprio da lì!

Forse anche per questo le case discografiche si sono ingolosite: hanno pensato di utilizzare la piattaforma come rampa di lancio di nuovi potenziali fenomeni.

Noi, con gli Humana, avevamo basato tutta la strategia su quel video che aveva fatto molte visualizzazioni e che era diventato il nostro biglietto da visita.

Lorenzo anni fa ha prodotto Travis Cold, che in seguito è venuto a contatto con la famosa casa discografica Time Record e andando su RTL, Radio Deejay e altre, con la sua “Life in a day” che era partita proprio da YouTube!

È finito su La Stampa e su diversi altri giornali, perché aveva fatto due milioni di visualizzazioni nel 2012/2013! Ed è stato proprio il video a farlo risaltare agli occhi della casa discografica.

Anche in questo caso, però, devi pensare che il video era bello.

Aveva un’idea originale. Parlava di questo robottino che si staccava dal caricatore della corrente e girava tutto il mondo alla ricerca del suo padrone, e il video rappresentava il tutto benissimo, sia il tema, sia la canzone stessa.

Un contenuto di qualità e coerente

Quindi puoi sfruttare YouTube per promuoverti come artista e farti conoscere, a patto di creare però un contenuto di qualità.

E coerente!

Il video di Travis era fatto bene, quello di Rock’N’Roll Robot pure.

E oggigiorno invece è pieno di belle canzoni con video pessimi.

Perché ormai si crede che basti avere l’iPhone per girare un video, con i conseguenti risultati allucinanti: qualità molto bassa rispetto all’aspettativa quasi cinematografica di chi invece ti ascolta.

Anche se, volendo dirla tutta, non è tanto importante una qualità cinematografica quanto avere una persona brava che ti indichi la strada.

Perché tu puoi anche fare un capolavoro con l’iPhone, ma solo se hai una persona dietro che ha occhio.

Magari Spike Lee fa un lavoro grandioso anche con un telefono, ma il discorso non si limita alla qualità nel senso freddo del termine.

È un discorso di coerenza emotiva con quel brano.

Se tu ascolti la canzone di Travis e guardi il video, capisci che sono ben collegati.

Sono la stessa cosa.

Spesso per questioni di budget e di sistematizzazione del lavoro, trovi dei video che sono tutti uguali.

Fai una canzone, la metti su YouTube ed è uguale ad altre mille così. Non ha nessuna idea.

Magari invece poi arriva Salmo che fa il video in cameretta sua, mettendo la macchina da presa sul giradischi che girava, in bianco e nero, e ha un successo strepitoso perché è nuovo.

L’idea era originale.

Non entrando nello specifico della bravura, della bellezza o della non bellezza, sappi solo che ci sono video come quello di Young Signorino che hanno creato tutto il successo della canzone.

In quel video lui è coerente con essa: sembra un matto! Sembra fuori di testa.

Ma è forte, come il brano. Non bella, non artisticamente eccelsa, ma forte.

ti metti a ridere, lo prendi in giro, non ti piace, ma intanto stai lì a guardarlo.

Il video da questo punto di vista ha quel tocco in più: dona l’immagine dell’artista.

In un mondo dominato da Spotify, YouTube eleva su un altro campionato.

Spotify serve perché fa sentire la canzone; il video è fondamentale perché fa vedere come sei fatto, che tipo di comunicazione vuoi dare.

Anche un cartone animato può dire qualcosa di te.

Anche un’animazione. Il video è fondamentale perché dà un altro indicatore della tua attività musicale.

 

Quindi, anche qui, occhio all’originalità del tuo prodotto.

Usa con testa e con strategia il tuo video.

Ciao, alla prossima!